Agglutinati all'oggi
I giorni del passato
E gli altri che verranno.
Per anni e lungo secoli
Ogni mattino sorpresa
Nel sapere che ancora siamo in vita,
Che scorre sempre come sempre il vivere,
Dono e pena inattesi
Nel turbinio continuo
Dei vani mutamenti.
Tale per nostra sorte
Il viaggio che proseguo,
In un battibaleno
Esumando, inventando
Da capo a fondo il tempo,
Profugo come gli altri
Che furono, che sono, che saranno.
-G.Ungaretti,”Il taccuino del vecchio”-
Pubblicato il 11/1/2015 alle 10.18 nella rubrica La voce dei poeti.